Nella sala della "Cucina" sono esposti numerosi utensili e ceramiche per la cucina. Gli oggetti proposti e gli acquisti, documentati nei libri contabili, testimoniano, dalla seconda metà del Seicento fino a metà Ottocento, un notevole consumo di materiali dalle diverse tipologie e provenienze. Gli acquisti più importanti, per qualità e quantità, avvenivano annualmente, alla fine di luglio, in occasione della fiera franca di Senigallia e comprendevano oggetti economicamente impegnativi, come ad esempio le ceramiche di produzione marchigiana, umbra ed abruzzese.
L'attività culinaria delle monache era molto intensa e variegata, se si pensa che ogni monaca, proveniente da regioni diverse, portava con sé un patrimonio di ricette e usanze tipiche del proprio territorio di origine. Numerose sono le ricette rinvenute presso il Monastero di S. Maria Maddalena, molte sono state anche oggetto di studio e pubblicate in vari libri.
Il pasto veniva consumato in refettorio, durante uno dei momenti comunitari della giornata claustrale. Ad ogni monaca era assegnato un posto e ciascuna poteva disporre di un cassetto per riporre le proprie stoviglie e gli eventuali avanzi da consumare al pasto successivo.