La clausura è l'insieme di regole che stabiliscono quali debbano essere i rapporti tra i religiosi ed il mondo esterno. Nel tempo tali regole furono modificate, trasformate da prassi più o meno permissive, a volte vennero anche trasgredite. Le indicazioni sulla clausura potevano e possono variare da un ordine all'altro.
Anche nel Monastero di Santa Maria Maddalena, che ha ospitato ininterrottamente per alcuni secoli comunità di clarisse francescane urbaniste, vigeva la clausura.
Oggi come in passato, una giovane che chiede di entrare in una comunità di monache di clausura sa che i rapporti con il mondo esterno, compresa la sua famiglia di origine, saranno limitati e che la comunicazione con persone al di fuori della propria comunità potrà avvenire attraverso la grata e lo scambio di oggetti o cibi attraverso la ruota, simboli inequivocabili della clausura.
In passato le ragazze che chiedevano di entrare in monastero potevano farlo per scelta (vocazione) o per imposizione da parte della propria famiglia di origine. Non era infrequente infatti che le famiglie nobili, per non disperdere il proprio patrimonio, scegliessero di monacare le loro figlie. Altre ragazze poi preferivano farsi monache pur di sfuggire a matrimoni combinati indesiderati e alle relative gravidanze. Il monastero, infatti, costituiva un luogo sicuro, che offriva protezione dagli "attacchi" del mondo esterno. In ogni caso l'ingresso in monastero rappresentava la rinuncia al mondo e l’entrata in un’altra dimensione dalla quale non si poteva più uscire.
Oggi una giovane che diventa monaca abbandona il mondo per consacrarsi a Dio, lo sposo della sua anima. È dunque per lo più una scelta fatta con estrema convinzione. Infatti la vocazione alla vita claustrale rappresenta per molte un “irresistibile richiamo”, spesso difficile da spiegare anche ai propri familiari. La vita in clausura si dipana tra lavoro e preghiera, occupazioni giornaliere e contemplazione.
Ma è stato grazie alle cospicue doti di monache provenienti da famiglie danarose del passato, che fu possibile la costruzione di edifici monastici imponenti, nonché la loro buona conservazione nel tempo, con restauri ed ampliamenti. Non solo, l'incontro di donne provenienti da regioni diverse favorì anche lo scambio di informazioni su pratiche di vita, quali la cucina, la coltivazione della terra, la farmacopea, la tessitura, il ricamo, eccetera, rendendo possibile un crogiolo creativo di idee ed usanze unico e prezioso, che si è potuto mantenere intatto nel tempo. Un grande merito in tal senso lo ebbe proprio la clausura! Grazie ai limitati contatti con il mondo esterno, si evitarono le possibili contaminazioni che ne sarebbero derivate. Ecco che sono giunti preservati fino ai giorni nostri ricettari di secoli fa, di cucina come di farmacopea, ed oggetti ricamati e lavorati a regola d'arte secondo prassi antiche. Un patrimonio storico di enorme valore.